Come ho trasformato il mio pollice nero in un pollice verde
La mia dieffenbachia, quanto ne ero orgogliosa. Le davo attenzioni e cure in quantità, ma lei un giorno è morta, spappolata, senza che io ne capissi il perchè.
Dopo la bellezza di un lustro, sono finalmente riuscita a trovare la causa della morte della mia dieffenbachia, che è solo una delle copiose vittime green mietute dalla sottoscritta negli ultimi anni.
Da quando ci siamo definitivamente trasferiti alla Casetta, ho ricominciato a guardare con gli occhi a cuore le piante dal fioraio. Il mio istinto coscienzioso, però, ha esitato un po'. Temevo di portare a casa una bella pianta e di ridurla poi in poltiglia qualche mese dopo.
Poi però, durante il lockdown, mi sono imbattuta in un delizioso ficus elastica, che si era ritrovato quasi completamente solo al supermercato. Temevo che sarebbe morto lì se non l'avessi comprato ed io, quindi, me lo sono portato a casa, con la promessa di prendermene cura. E questa volta seriamente.
Devo dire che l'inizio non è stato dei migliori, in quanto ho commesso - di nuovo - lo stesso errore che aveva ucciso tutte le mie piante precedenti. L'ho innaffiato troppo. Lo facevo solo di Lunedì, senza però badare alle richieste della pianta.
Ho iniziato a documentarmi e a gridare aiuto agli esperti affinchè salvassero la mia rubber plant. Con il loro prezioso aiuto e le mie letture, ora posso dire di avere un quadro della situazione piuttosto chiaro. Inoltre il ficus si è ripreso e ha lasciato spuntare nuove foglioline.
Questa necessaria premessa è solo un preambolo per incoraggiarti a non mollare se il tuo pollice è nero. Segui questi preziosi suggerimenti che ho raccolto in questi mesi di "studio" e smetterai di uccidere le tue piante.
Scegli la posizione giusta per la tua pianta
Quando ci innamoriamo di una pianta tendiamo a collocarla, con l'immaginazione, in un angolino specifico della nostra casa. Magari un punto in cui "manca qualcosa" che vorrremmo riempire con un elemento che si sviluppa in altezza.
Può succedere di tornare a casa dal vivaio con una nuova pianta e non avere la più pallida idea di dove collocarla nel nostro spazio abitativo.
La realtà è che ogni pianta, ha esigenze "biologiche" di luce e di umidità diverse. Queste caratteristiche dipendono dalla sua appartenenza geografica e dal modo in cui cresce in natura.
Lo sapevi, ad esempio, che molte delle nostre piante d'appartamento sono epifite? Questo significa che crescono su altre piante, senza influire minimamente sul loro sostentamento. Spesso le epifite, sono anche quelle più "clementi" dal punto di vista del bisogno di luce, proprio perchè, in natura, i raggi del sole gli arrivano filtrati dalla chioma delle piante che le sorreggono.
Non possiamo permetterci, quindi, di innamorarci di una pianta e portarla a casa senza assicurarci prima di avere l'angolino giusto per farla di crescere sana e forte.
Piuttosto, sarebbe bene prima selezionare un posto in cui si vorrebbe inserire un tocco green e poi decidere quale pianta prendere. Basta incrociare i dati di ore di luce ed umidità del tuo spazio con le analoghe esigenze di una pianta per capire se starebbe bene o meno a casa tua.
Non ti scoraggiare se non puoi mettere la Monstera deliciosa in quell'angolo quasi buio della tua casa, perché non svilupperebbe mai e poi mai le sue bellissime forature fogliari, con quella esposizione.
Non dimenticare che il catalogo botanico della Natura è infinito, quindi, con un po' di ricerca, riuscirai a trovare la pianta meravigliosa per il tuo spazio domestico.
Il segreto per sapere sempre quando innaffiare
Per pulire ed innaffiare le piante è sempre preferibile acqua non calcarea. Abbiamo acquistato su Amazon un pratico depuratore. Una brocca che filtra l'acqua del rubinetto e la rende pronta per essere bevuta, da noi e dalle nostre piante!
Il cruccio di tutti plant lovers alle prime armi riguarda l'innaffiatura.
Il primo punto da chiarire è che l'amore che proviamo per le nostre bambine verdi non va dimostrato in acqua. Il rischio maggiore che si corre sbagliando le innaffiature è proprio la sovrabbondanza che può portare al più temuto dei mali: il marciume radicale.
Un metodo infallibile ed elementare per non incappare in questo rischio irreversibile è il metodo del dito. In soldoni, ogni qualvolta abbiamo la "tentazione" di innaffiare la nostra pianta dobbiamo semplicemente infilare un dito nel terriccio e scendere di 3-4 cm in profondità.
Se troviamo la terra umida è segno che la nostra pianta non necessita di acqua, al contrario, se anche in profondità il terriccio è completamente asciutto, possiamo procedere con una nuova innaffiatura.
Questo metodo vale per tutte le piante da interno: dalle succulente a quelle che amano un substrato sempre umido.
Se non ti fidi della percezione del tuo dito e vuoi una prova certa che il terriccio sia pronto per una nuova innaffiatura, puoi munirti di un misuratore di umidità. Io ne ho preso uno che controlla anche l'esposizione ed il PH della terra.
Funziona così: si inseriscono le sonde nel terreno, scendendo in profondità e poi si osserva l'indicatore. Se il terreno è ancora umido, la tua pianta non ha bisogno di acqua.
La regola di innaffiare ogni tot giorni non è valida, se non si prendono in considerazione le condizioni ambientali e le reali condizioni del terriccio.
Se impari a dosare le innaffiature (e con questo trucchetto riuscirai di sicuro!) sei già in testa alla scalata per la conquista del pollice verde!
La scelta del vaso
Dobbiamo immaginare che il vaso sia la casa della nostra piantina e non soltanto il suo involucro. La scelta del vaso non è, quindi, solo una questione estetica, anzi!
Lo sapevi, ad esempio che i vasi di coltivazione di plastica, quelli in cui troviamo le piantine al momento dell'acquisto, mantengono l'umidità molto meglio di come fanno quelli in ceramica o in terracotta?
Quando portiamo a casa una nuova pianta, sarebbe bene non travasarla subito. Subirebbe un grande trauma, che si andrebbe a sommare a quello dello spostamento dal vivaio/negozio alla tua casa, che ha condizioni di luce, temperatura e umidità completamente diverse.
Se, quindi, il vaso di coltivazione non ti piace (chi vorrebbe un vaso di coltivazione in bella vista sul mobile più cool della casa?), mantieni lì la tua pianta e inserisci il vaso in un bel cachepot.
Un elemento che in un vaso non deve mai mancare è il foro di drenaggio. Il foro di drenaggio (quel buchino posto sulla base dei vasi) fa sì che durante un innaffiatura, l'acqua in eccesso possa fuoriuscire. Se non ci fosse il foro di drenaggio, l'acqua ristagnerebbe sul fondo del vaso compattando la terra e affogando le radici. La pianta così, sarebbe ben presto condannata a morte certa.
A tal proposito non posso non menzionare il sottovaso. Il sottovaso, come il cachepot, serve a preservare il pavimento o la base su cui il vaso è poggiato. L'acqua che ricade nel sottovaso (o nel cachepot) va sempre svuotata repentinamente, per gli stessi motivi di cui sopra.
Un'altra funzione del sottovaso è quella di contenere una manciata di ciottoli e poca acqua, per garantire una buona umidità alle piante che ne richiedono un alto tasso, come, ad esempio, le felci.
Quando vedrai le radici della tua pianta spuntare fuori dai fori del tuo vaso da coltivazione, sarà il momento del rinvaso. Ricorda che il rinvaso è un evento traumatico per la pianta, quindi sarebbe bene non eccedere con i passaggi da un vaso all'altro.
Ogni volta che avrai intenzione di aumentare le dimensioni del tuo vaso, non dovrai mai eccedere. Piuttosto, scegli un vaso di soli 2-3 cm di diametro maggiore rispetto al precedente.
Il cibo delle piante
Per crescere sane e rigogliose, le piante hanno bisogno di cibo, oltre che di acqua.
Il cibo delle piante è il concime, il quale contiene le sostanze nutritive imprescindibili per la salute delle piante.
Le nostre piante da interno hanno solo una piccola porzione di terreno a disposizione, rispetto a quelle che vivono in piena terra. Di conseguenza il loro apporto di fosforo, potassio e azoto è limitato. Per questa ragione è molto importante alimentare il terriccio con del concime.
Il rischio della mancata concimazione è che la nostra pianta vada incontro a carenze nutritive che ne comporterebbero un indebolimento. Le foglie, così, crescerebbero in maniera anomala e sarebbe una preda facile per i pericolosi parassiti delle piante.
In commercio esistono due tipi di concime: liquido e granulare.
Quello granulare va cosparso in piccole quantità sulla superficie del terriccio, rilascia lentamente le sue sostanze e si attiva con l'innaffiatura. Se scegli un concime granulare, ricorda di non eccedere, altrimenti la pianta si brucerebbe. Piuttosto, cospargilo con un cucchiaino, diminuendo le dosi riportate in etichetta. Basta utilizzarlo solo un paio di volte all'anno per garantire un buon approvigionamento alle tue piantine.
Di più semplice utilizzo è, invece, il concime liquido. Quest'ultimo va semplicemente disciolto nell'acqua dell'innaffiatoio (seguendo la proporzione riportata in etichetta). Al contrario del concime granulare, ogni somministrazione è di veloce assorbimento e, pertanto, è necessario ripetere la concimazione in maniera graduale in tutto il periodo vegetativo della pianta, quello, insomma, che va dalla primavera all'estate.
Non concimare mai le tue piante se sono malate o se le hai appena acquistate. La concimazione sarebbe un trauma in entrambi i casi.
Ascolta le tue piante
Ho voluto lasciare il consigio numero uno per la fine di questo post. Il segreto per avere sempre piante sane e robuste è principalmente uno solo: imparare a captare i segnali che le nostre piante ci inviano.
No, non sto farneticando. Le piante i segnali possono inviarli e come, con la loro gestualità.
Le piante infatti sono in grado di muoversi e di cambiare posizione, sanno mettersi, da sole, in modalità "risparmio energetico", sanno cambiare colore e consistenza e sono in grado di rinascere dalle loro ceneri. In sostanza, il messaggio che intendo far passare è che quando abbiamo a che fare con questi capricciosi esserini verdi, dobbiamo ricordare che si tratta di forme di vita. Come tali, queste possono farci intuire le loro esigenze mutando il loro aspetto. Sta a noi, interpretare i loro segni!
Ad esempio, se la pianta appare un po' inclinata in avanti, triste e sofferente, probabilmente le sue esigenze riguardano l'acqua (troppa, o troppo poca).
Se, invece, la tua succulenta tira su in men che non si dica un figlioletto (troppo) alto ed estremamente chiaro rispetto alla mamma, forse la pianta necessita di un'esposizione maggiore alla luce.
Se hai messo la tua pianta da interni in balcone e improvvisamente le foglie sviluppano chiazze marroni, può darsi che i raggi solari abbiano bruciato le sue foglie.
Se ascolti le tue piante, e provvedi a renderle felici, queste ti ripagheranno con nuove foglie, fiori e tanta aria pulita, anche indoor!